LUCCICHII VARI: è stato il festival di paillettes, strass e lurex. Tutti indossati rigorosamente da uomini (ci hanno tolto pure questa prerogativa… povere noi femmine!).
CAMICIE: scomparse dagli armadi e da Sanremo! Il mercato delle camicie dichiara fallimento…
GIACCHE: di ogni taglio, fattura e colore, le vere protagoniste. Un grande spettacolo di ricercatezza e creatività.
MASCHI: ha dominato la “logica dello spogliatoio”, maschi amici che si invitano a vicenda e si danno pacche sulle spalle. Attestato anche da Amadeus: “L’altra componente indimenticabile del Sanremo sono stati gli amici sul palco. Fiorello, Checco, Jova. Li conosco da tantissimo tempo e averli sul palco insieme a me è stato stupendo”. Appunto.
FEMMINE: grazie a Sabrina Ferilli che con questa frase “Ma perché la presenza mia stasera dev’essere per forza associata a un problema?” ha ribaltato le sorti nefaste della rappresentazione femminile sul palco di Sanremo. Presenza fatta di vittimismo e subalternità, dettate dalla direzione artistica e dalla scrittura dell’intero festival. E’ chiaro che se predomina la “logica del calcetto” non può imporsi quella della parità…
GENDER FLUID: politici, legislatori e intellettuali non tengono il passo con le nuove generazioni che il gender fluid lo vivono. La società è andata avanti senza la sua decodifica.
FEMMINISMO: applausi sempre a Sabrina Ferilli che per tutta la serata ha rifiutato il ruolo di “seconda” in cui Amadeus ha cercato di dominarla in ogni sua uscita.
EN TRAVESTI: il successo di Drusilla Foer testimonia che non abbiamo memoria e che ci siamo disabituati alle buone performance degli artisti in TV (motivo anche del successo dello scorso anno di Achille Lauro). Senza arrivare agli attori en travesti nell’opera, basta ricordare il grande Paolo Poli. La novità è che personaggi come Drusilla Foer oggi hanno una vita propria, soprattutto sui social, indipendente dai loro autori/attori (vedi anche Martina dall’Ombra/Federica Cacciola).
AUTORI: solo in alcuni momenti è apparsa la maestria di un racconto non banale o superficiale. Per il resto dove erano gli autori?!
CONSIGLIERI: come con gli autori, dove erano i consiglieri? Quelli che avrebbero dovuto dare consigli sulle scelte delle cover e magari dire di non andare a disturbare mostri sacri come Lucio Battisti e Vasco Rossi…?!
TESTI CANZONI: a Sanremo vince sempre l’amore. Non c’è traccia di pandemia, crisi, conflitto sociale… A differenza di altre arti e linguaggi, la musica sembra non voler più essere impegnata e comunicare solo leggerezza. La musica non è più terreno per argomenti sociali? Chiedo.
DIREZIONE ARTISTICA: per rispondere al grido “è il turno di una donna”, un solo nome: Caterina Caselli. Minor esaltazione della figura di Amadeus, please.
VOGLIO INVECCHIARE COME…: Iva Zanicchi.
IPERTESTO: il FantaSanremo ha dominato la scena, a un certo punto anche stancando. Ma ha confermato che la chiave per il coinvolgimento del pubblico è un evento cross mediatico.
L’EVENTO: con 65% di share e 13 milioni di spettatori durante l’ultima puntata non possiamo più non considerare nelle politiche culturali il “long Covid sociale”, inteso come le conseguenze di lungo periodo che le restrizioni dovute alla pandemia hanno portato sulle nostre abitudini e suoi nostri consumi culturali. Casa, schermi, social, interattività, partecipazione: questi gli ingredienti di cui non si può più fare a meno nel pensare un evento culturale.
VINCITORI: bel podio, anche se Elisa avrebbe meritato il primo posto.