Se c’è una manifestazione a cui sono affezionata è Più libri più liberi.
Non ricordo un’edizione a cui non abbia partecipato.
Da giovane amavo andarci in scooter, sfrecciando sulla Colombo per trascorrere le giornate di fiera al Palazzo dei Congressi, dove sapevo che avrei incontrato amici e colleghi di penna senza che ci fossimo dati appuntamento. Con molti di loro condividevo desideri di scrittura, poi la vita ha fatto il resto, portando ognuno di noi su strade diverse – che spesso sono rimaste parallele e che ogni tanto tornano a convergere – .
Ma restano sempre le strade della parola, che una volta si fa racconto, una volta diventa documentario, una volta prende forma di articolo, una volta si trasforma in politica.
Per me PLPL è da sempre luogo di incontri e del perdersi tra i titoli dei libri in un’atmosfera che favorisce la condivisione di riflessioni e la conoscenza.
E’ con questo stesso spirito che vi tornerò anche quest’anno, mossa come sempre dal mio animo da giovane scrittrice, anche se nel frattempo sono diventata adulta (e non giro più in scooter).
Come è diventata adulta la fiera, giunta alla sua ventesima edizione, che per il secondo anno si svolgerà a La Nuvola, dopo un grande lavoro di riorganizzazione e di speranza nella fine della pandemia.
Sono certa che sarà un successo; c’è attesa, c’è voglia di stare insieme, di confrontarsi, di costruire il futuro partendo dalle parole.
Le mie quest’anno saranno dedicate alle professioni del mondo culturale che stanno attraversando un momento di profondo e necessario cambiamento. Ringrazio Antonio Pavolini per aver avuto l’intuizione di stimolare dei ragionamenti su questo importante spaccato del nostro mondo.
E come, ogni anno, ci vediamo all’EUR.