25 Giugno 2020
Se c’è una cosa che mi è mancata durante il lockdown è stato camminare. E oggi finalmente sono tornata a farlo, sulla Via Francigena.
Anni fa avevo camminato da Siena a Viterbo, città a me care. E da oggi mi sono rimessa in cammino partendo da Viterbo per raggiungere la mia città, Roma.
La Via Francigena è un cammino fatto da un sentiero duro e dolce e brutto e bello, allo stesso tempo. Sapevo già che era così. E mi si è riconfermato.
Questa volta avevo solo voglia di panorami e di silenzi…, eppure oggi non ho visto una quercia che è un simbolo della tratta. Dove stavo guardando, a cosa stavo pensando, come ho fatto a non vederla?
Forse sono ancora in città… cambiare lo sguardo non è mai scontato.
26 Giugno 2020
La tappa della Via Francigena da Vetralla a Sutri è bellissima. E non uso l’aggettivo banalmente a caso: lo è nel senso che riempie di bellezza gli occhi con la sua natura e l’anima con i suoi odori.
A parte dei piccolissimi tratti, la tappa si sviluppa tutta in mezzo alla natura (molta della Francigena è su ghiaia o su strada). Si passa da un bosco ad un profumatissimo campo di iperico, fino ad una distesa infinita di noccioleti (ma li avete mai visti i noccioleti!?).
Tra questi le Torri d’Orlando, dei ruderi romani e una torre medievale che, tra grandi querce (oggi le ho viste!), stanno lì a ricordare quanta storia e umanità si è succeduta su quelle terre.
Poco dopo si arriva a Capranica, dove si può fare una sosta rigenerante prima di affrontare gli ultimi 6 Km che si rivelano in un fittissimo bosco. In realtà è una sorta di foresta tropicale, fatta di immensi alberi, dai quali a malapena trapassano dei raggi di luce, un torrente e dei ponti di legno, abitata da farfalle colorate.
Lì dentro si perde tutto: linea telefonica, cognizione del tempo, orientamento. Se ne esce solo dopo ore, ritrovandosi improvvisamente ai piedi di Sutri. Dove si arriva immersi nella dimensione del cammino.
27 Giugno 2020
La tappa della Via Francigena tra Sutri e Campagnano è una sorta di passione: circa 25 Km di strade e sentieri al sole. E neppure di particolare fascino. Si lascia la Tuscia a Monterosi e si entra nella provincia di Roma, dove si costeggia la via Cassia fino a che non si accede al Parco di Veio. Una bella e salutare sosta è alle cascate di Monte Gelato. Per il resto una gran fatica, che si conclude con la ripida salita di Santa Lucia all’ingresso di Campagnano che ti fa domandare “ma perché lo sto facendo”?! Vesciche, eritema solare e mancanza di linea telefonica contribuiscono alla risposta… se non fosse che Roma è vicina.
28 Giugno 2020
La tappa della Via Francigena tra Campagnano e La Storta è variegata e caratterizzata da dislivelli (per intenderci salite e discese ripide che fanno imprecare i tuoi piedi). Si sviluppa tra boschi, campi e strade cittadine, per la maggior parte esposte al sole. Dei tratti ti danno il piacere del cammino, altri ti palesano che sei vicino Roma (per un romano è palpabile e questo rende tutto meno poetico). Punti degni di nota sono il Santuario della Madonna del Sorbo, il Parco di Veio e la bella Formello. Si incontra tantissima gente in gita o a passeggio, o peggio in macchina. La fine della tappa porta sulla Cassia, ormai dentro Roma. Il più è fatto, San Pietro è dietro l’angolo.
29 Giugno 2020
Nell’ultima tappa della Via Francigena, che porta da La Storta a Roma San Pietro, si passa principalmente per le strade cittadine (che per un romano è una circostanza alquanto paradossale). Si cammina per Km lungo la via Cassia (sì, quella a lunga percorrenza), si fa un tratto del parco dell’Insugherata e poi bellamente si passa per via della Camilluccia, fino al Parco di Monte Mario. Lì si gode della famosa veduta panoramica che fa pregustare il piacere della meta raggiunta. A San Pietro si arriva da viale Angelico. Sarà stato il caldo, sarà stata la stanchezza, saranno stati i caffè (i primi dopo 5 giorni di cammino), ma durante tutto il percorso cittadino ho pensato a Sigerico, l’arcivescovo inglese che nel 990 viaggiò tra Roma e Canterbury, descrivendo le 79 tappe del suo itinerario in un diario e dando origine alla Via Francigena. Come in balia di mistiche allucinazioni, mi sono sentita un po’ lui e mi sono immaginata la Roma del suo tempo. Come gli si era presentata la città? Come l’avrà accolto?
A me ha accolto una città amica, facendomi incontrare sul percorso cittadini i luoghi della mia vita, legati a ricordi belli e brutti. Portoni amici, angoli di strade fatti di incontri, palazzi dove ho lavorato, altri dove ho vissuto, ville di feste, case di amanti, cortili di emozioni. Sono entrata in città e ho ripercorso dei momenti salienti della mia vita. E ho capito qual è il senso dei luoghi. È nel vissuto che ci offrono.
Inutile dire che arrivare a San Pietro nel giorno di San Pietro e Paolo è stato emozionante. Una volta lì, mi sono ricongiunta alla mia città e alla mia storia.
Grazie a tutti coloro che in questi giorni mi hanno seguita, scritta, chiamata.
Grazie a voi non mi sono sentita mai sola. Il cammino cmq non è un’impresa eroica, risponde solo ad un desiderio di camminare, l’azione più naturale per l’essere umano. Basta volerlo. E poi dirsi “alzati e cammina”, trasformando un pensiero in azione. Il resto viene da sé. Passo dopo passo.